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Kirsten Dunst in “Melancholia”
SPECIALI 22/06/2014

“The trip to Squashland”, il regista danese, anticonformista fin da bambino, dipinge un coniglio rapito e una salsiccia eroe


È sempre una sorpresa piacevole scoprire (e poter studiare) i primi esperimenti “registici” di chi, con il passare del tempo, è diventato un grande eroe della macchina da presa. Di chi, la passione per le immagini in movimento, evidentemente, la sentiva scorrere nel sangue fin da bambino, di chi è nato e cresciuto sognando una pellicola, e di chi, forse, vedeva nella vita reale, in ogni dove, il set di un film: un’inquadratura, una sequenza, un ciak. Lars Von Trier, uno di loro. Il regista e sceneggiatore danese, classe 1956, connotato dagli aggettivi bizzarro, anticonformista, controverso, e chi più ne ha più ne metta, è diventato con gli anni uno degli autori più innovativi e influenti della storia del cinema mondiale. Da “Le onde del destino” (1996) a “Dancer in the dark” (2000), da “Melancholia” (2011) a “Nymphomaniac” (2013), i suoi film-esperimento – se così possiamo chiamarli –, non mancano mai di andare controcorrente, di uscire fuori dai binari, di mostrare un panorama visivo che sconfessa ogni convinzione, di abbandonarsi ogni volta a un nichilismo sempre più reazionario: poco pudici, poco ipocriti, poco banali, poco tutto.

Ed ecco che è sbucato fuori dai cassetti dell’infanzia uno dei primi “esperimenti registici” di Lars, quando ancora l’appellativo Von non faceva parte della sua firma, a rimarcare come il regista fosse inquietante e geniale, fin da bambino. È probabile che a scuola, le maestre, avessero segnalato ai genitori (nudisti, comunisti, atei, libertini e non autoritari) gli strani disegni che il figlio realizzava, cupi e colorati allo stesso tempo: disegni che non hanno esitato a evolversi in immagini in movimento. Nel video sottostante, il cortometraggio che il filmaker danese ha girato con una Super-8 quando aveva appena undici anni. Un bizzarro cartone animato, intitolato “Turen til Squashland” (“The trip to Squashland”), a mezzo tra le immagini confuse degli esperimenti cinematografici di Man Ray e i colori sgargianti delle pellicole colorate a mano dell’epoca che fu. Chi l’avrebbe mai detto che Lars Von Trier avrebbe mai potuto dare forma al sequestro di un coniglio colorato e al suo salvataggio da parte di un eroe a forma di salsiccia?


scritto da Eleonora Tesconi