facebook twitter
LIFESTYLE e CULTURA 16/12/2013

Bryan Lewis Saunders e la sua esperienza ai confini della morte


Nel 1995 il “performing artist” Bryan Lewis Saunders ha deciso di produrre un autoritratto al giorno per il resto della sua vita. Da allora ad oggi, l'artista statunitense ha realizzato circa 8 mila disegni stipati in album neri impilati caoticamente nel suo studio. Tra le sue opere, ci sono anche quelle realizzate sotto l'effetto di sostanze stupefacenti atte a dimostrare come le diverse droghe modifichino il funzionamento del cervello umano.
A queste ha dedicato una particolare sezione del suo portale intitolandola “Near Death Experience”. L'esperienza infatti ha realmente avvicinato alla morte l'artista che da alcuni mesi è affiancato da un team di medici, tra cui uno psichiatra, per contrastare i disturbi dovuti all'assunzione di funghetti allucinogeni, ritalin , xanax, LSD e chi più ne ha, più ne metta.
Effettivamente gli autoritratti che l'artista propone rispecchiano sia nel colore che nelle geometrie delle linee, i reali effetti che tali sostanze producono sulle nostre sinapsi.
Immolatosi per l'arte l'autore ci regala un'esperienza visiva in grado di farci provare ciò che è auspicabile non replicare in prima persona: tutti gli autoritratti sono stati raccolti in un video psichedelico visionabile on line.
Alla fine di artisti autolesionisti se ne erano già visti in passato: da Van Gogh che rinunciò al suo orecchio alla Abramović con le sue performance al limite del sadismo, ma nessuno mai, prima d'ora, aveva pensato di rinunciare al proprio cervello.
Al folle Bryan ora resta solo la speranza che qualche regista decida di farlo passare alla storia.


scritto da Serena Savardi fonte Bryan Lewis Saunders web site