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Joaquin Phoenix nei panni di Theodore
FILM 03/04/2014

In “Lei” Spike Jonze mette in scena un futuro non molto lontano, in cui un uomo s’innamora della voce del suo sistema operativo


Theodore Twombly scrive lettere a nome d’altri. Svolge il suo lavoro con passione e sentimento. Vive solo, dopo la separazione dalla moglie. Non ha relazioni durature, fino a quando non installa sul suo computer il nuovo sistema operativo OS1, dotato di personalità e coscienza. Conosce così Samantha, la voce dell’intelligenza artificiale, di cui si innamora.
Il film (Oscar per la migliore sceneggiatura originale) parte da uno spunto molto interessante: un futuro non troppo lontano, in cui la tecnologia ha invaso ogni aspetto della vita umana, in maniera elegante e cool.
Spike Jonze mette in scena un mondo colorato (dominato dal rosso), chic e razionale, che ha però in sé qualcosa di raggelante, dal momento che le strade sono affollate di gente costantemente connessa al pc, intenta a parlare con il proprio computer attraverso un auricolare.
La solitudine si manifesta con una sovrabbondanza di parole. Theodore scrive lettere su commissione, ma dello scrivere si è perso il gesto: il protagonista detta il contenuto delle lettere a un computer che, dotato di un particolare programma, le trascrive su carta come se fossero state scritte a mano. L’ex moglie lavora, come lui, con le parole: fa la scrittrice. Theodore s’innamora di una voce disincarnata e anche il sesso è fatto con le parole.
Lei” porta all’estremo le conseguenze dell’era digitale, mostrandoci un’ipotesi fantascientifica non così assurda rispetto alla nostra epoca: pensiamo ai siti di incontri e agli amori nati in chat, dove chi scrive ha la possibilità di mentire, di inventare un’immagine di sé di cui l’interlocutore possa innamorarsi.
Il film trasuda malinconia, a un certo punto un po’ s’ingolfa, perdendo l’empatia di chi, seduto in sala, sa che l’amore è soprattutto guardarsi negli occhi e sentirsi, senza bisogno di parole.
Non è un caso che una delle scene più autentiche e toccanti sia silenziosa: Theodore e Amy sul tetto del palazzo, seduti l’uno accanto all’altra, a guardare l’orizzonte. Senza dirsi nulla.


scritto da Silvia Gilardi