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PEOPLE 05/04/2013

“Pollice verso”: il critico, vincitore del premio Pulitzer, muore a settant'anni dopo un'estenuante lotta contro il cancro


Il 2 aprile Roger Ebert ha comunicato ai suoi fan, tramite il suo blog che, poiché il cancro si era ripresentato, non avrebbe recensito il solito numero di film ma si sarebbe finalmente limitato a quelli che preferiva. L'ha definito un avvicinarsi alla pensione.
Ha concluso ringraziando il pubblico che l'ha sempre seguito durante la sua carriera.
E' morto due giorni dopo.

Ad Ebert fu diagnosticato il cancro alla tiroide per la prima volta nel 2002. Fu operato nel 2006 e, a seguito dell'intervento, perse la capacità di parlare, mangiare e bere.
Tutto ciò non ha di certo fermato il critico più amato d'America, che ha continuato a lavorare per il Chicago Sun-Times e a scrivere le sue memorie. Inoltre si è costantemente tenuto in contatto con il suo pubblico grazie ai social media.
Nel 2011 ha addirittura lanciato un nuovo programma televisivo: grazie alle protesi al mento e al doppiaggio poteva così esprimere le proprie opinioni sui film.

La carriera di Ebert è iniziata nel 1966 come critico cinematografico al Chicago Sun-Times. E' stato autore di centinaia di articoli, grazie ai quali è diventato uno dei più illustri critici della storia.
Il programma televisivo “ Siskel and Ebert at the Movies”, lanciato nel 1986, l'ha reso così autorevole che il suo pollice poteva decretare il successo o l'insuccesso di un film.
Quando nel 1999 il co-conduttore Siskel morì, Ebert continuò a presentare il programma affiancato da Richard Roeper, il titolo cambiò in “At the Movies with Ebert and Roeper”.

Ebert era particolarmete apprezzato per la sua onestà nelle critiche. Spesso preferiva i film meno conosciuti a quelli più pubblicizzati. Era fermamente convinto che il suo lavoro consistesse nel “consigliare al pubblico come meglio impiegare due ore del suo tempo”.

Alla sua morte Steven Spielberg ha affermato che Ebert, grazie alla sua profonda conoscenza del cinema e della sua storia unita ad una grande passione per la scrittura, ha fatto sì che ogni film trovasse il giusto pubblico.
Ha concluso dicendo che la morte del critico ha segnato la fine di un'era.


scritto da Anna Kim fonte Chicago Sun-Times tradotto da Giulia Vigorelli